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È morto l’ultimo discendente diretto di James Joyce

28 Gennaio 2020

Figlio di Giorgio e nipote di James e Nora, Stephen Joyce è stato l’ultimo discendente diretto del celebre scrittore irlandese. Come riporta il Guardian, è morto negli scorsi giorni all’età di ottantasette anni sull’Isola di Ré, una famosa località turistica di fronte a La Rochelle. Noto fin dai suoi primi mesi di vita per la poesia che Joyce gli dedicò, Ecce Puer, Stephen si è fatto conoscere in particolare negli ultimi decenni per la battagliera e talvolta persino feroce difesa del nome della sua famiglia e della produzione letteraria del nonno.

Nato a Parigi, dopo una laurea ad Harvard Stephen Joyce ha lavorato per l’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica (OECD) concentrandosi in particolare sullo sviluppo dell’Africa. Ha lasciato definitivamente il lavoro nel 1991 dopo aver ereditato il patrimonio di famiglia, e a partire da quel momento si è impegnato per mantenere in vita la memoria del nonno. Nel corso della sua vita, si legge sul Guardian, Stephen ha avuto numerosi diverbi con gli autori di libri su Joyce, e ha spesso rifiutato le concessioni per citarne le opere. Nel 2006, durante una intervista con il New Yorker, disse che gli accademici erano «come i topi e pidocchi», e che «dovrebbero essere sterminati».

Nel 2011 i diritti d’autore sulle opere di Joyce (morto settant’anni prima) sono scaduti, e il rischio di querela da parte di Stephen per chi vi si approcciava si è fatto di conseguenza minore. «È stato liberatorio, c’è un senso generale di sollievo», disse all’epoca Mark Traynor, direttore del Joyce Centre di Dublino. «Le persone adesso possono celebrare le opere senza avere l’ansia di essere contattati da un avvocato il giorno dopo». Il presidente irlandese Michael D. Higgins ha detto che Stephen era «profondamente impegnato in quello che vedeva come un dovere speciale: difendere la memoria della famiglia Joyce, sia sul piano letterario che personale».

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