Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
L’Fbi ha confermato che Samuel Little è il più prolifico serial killer nella storia americana

Qualche giorno fa il 79enne Samuel Little ha confessato di aver strangolato 93 donne, in un arco di tempo che va dal 1970 al 2005. Dal momento della confessione gli investigatori della prigione di Los Angeles in cui è detenuto sono già riusciti a confermare 50 delle uccisioni dichiarate. «Anche se è già in prigione, l’Fbi crede che sia importante cercare giustizia per ogni vittima e chiudere ogni caso possibile», riferiscono gli agenti in un approfondimento pubblicato sul sito dell’Fbi. L’articolo include anche i disegni realizzati da Little, a cui è stato chiesto di ritrarre le donne che ha strangolato, insieme ai video delle confessioni e i testi che riportano le sue minuziose descrizioni. Condannato a vita per tre omicidi commessi negli anni ’80, Little ha iniziato a confessare ulteriori omicidi circa 18 mesi fa.
Le vittime del serial killer erano soprattutto giovani donne di colore, prostitute o tossicodipendenti, le cui morti spesso non venivano nemmeno registrate come omicidi. Nelle registrazioni dell’Fbi appare spesso confuso o sorridente mentre ricorda le circostanze dei delitti, tutti attuati con un unica tecnica, lo strangolamento. L’Fbi ha pubblicato i disegni delle vittime che rimangono non identificate nella speranza che qualcuno possa riconoscerle. Sul Guardian Gaby Hinsliff si è chiesta com’è possibile che un uomo abbia potuto uccidere tutte quelle donne senza aver mai destato sospetti. Il motivo è semplice e sconcertante: Little faceva affidamento sul fatto che fossero persone emarginate, non abbastanza importanti da meritare più di un’indagine frettolosa e superficiale.