Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
Anche i gatti riconoscono il loro nome (ma forse non sanno chi sono)
Che bello vedere il proprio cane scodinzolare quando lo chiami per nome, o addirittura correre verso di te e guardarti negli occhi, una sensazione che i proprietari di gatti non hanno mai davvero provato e che qualcuno sicuramente vive con una certa frustrazione. Chi ha un gatto non sa mai bene se il suo gatto capisce quando lo chiama per nome o se, più semplicemente, se ne frega.
Ma ora dei ricercatori giapponesi hanno trovato una soluzione empirica al dubbio e, a quanto pare, il gatto capisce quando lo chiami, o quanto meno, riconosce il suono del suo nome (che poi lo faccia corrispondere con la sua identità è un altro e molto più complicato discorso). L’esperimento è andato così: i ricercatori hanno ripetuto quattro nomi a un gruppo di gatti prima di pronunciare il loro nome, nomi che avevano la stessa lunghezza e gli stessi accenti del nome proprio. La ragione del pronunciare 4 nomi che spesso i gatti prestano attenzione ai suoni, girando la testa o drizzando le orecchie, ma alla lunga si abituano, quindi il nome pronunciato alla fine avrebbe dimostrato una ripresa dell’attenzione.
L’esperimento è riuscito ma ha trovato un’eccezione (che in qualche modo è una controprova della sua riuscita): i gatti che vivevano con altri gatti in un “cat cafe” (i cosiddetti neko cafe molto diffusi in Giappone) non si sono dimostrati capaci di distinguere il loro nome da quello di altri gatti presenti nel bar.