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Come è stato realizzato lo Zuckerberg malridotto sulla cover di Wired

14 Febbraio 2018

Un incredibile Mark Zuckerberg reduce da un pestaggio è il protagonista della splendida cover del numero di marzo di Wired. L’elegante testa di Zuckerberg, accompagnata dalla tipica t-shirt grigia, emerge da uno sfondo di colore indefinibile, tra il beige e uno sbiaditissimo millenial pink. La leggera torsione del collo e la fissità dello sguardo che si perde nel vuoto, fanno pensare uno straordinario ritratto pittorico. Il capolavoro è il frutto di un artista di New York, Jake Rowland, conosciuto per i suoi “ritratti compositi”. Si tratta di una foto-illustrazione realizzata mescolando insieme una reale fotografia del Ceo di Facebook, due immagini di un modello ingaggiato per l’occasione e truccato perché sembrasse ferito, due foto stock. «Una miscela di realtà e finzione, fin nell’espressione del suo volto», ha commentato Rowland.

Non è difficile immaginare il valore metaforico dell’immagine: Nicholas Thompson, editor in chief di Wired e co-autore dell’articolo su Zuckerberg, ha voluto una copertina che si accordasse con la sua tesi. Sì, il padre di Facebook è nel bel mezzo di una bella lotta: negli ultimi due anni è stato pestato come mai prima. Ma ora sta cambiando strategia, e lo sta facendo bene: da Wired sono sicuri che vincerà. II ritratto trasmette  calma e sicurezza interiore, una sorta di serena determinazione. In più il modo in cui è stato realizzato si lega ai temi dell’attualità: non è forse oggi sempre più difficile distinguere tra ciò che è fake e ciò che è reale?

«L’argomento del numero e il momento che stiamo vivendo mi hanno chiaramente ispirato«, commentato il creatore dell’immagine. «I confini tra realtà e finzione, documentazione e falsificazione, “reale” e “falso” non sono mai state così scivolose e difficili da individuare. La manipolazione di informazioni e immagini online, in particolare tramite i social media e in generale con media digitali, viene utilizzata per distorcere la nostra percezione (e influenzare la nostra politica) con modalità che non hanno precedenti. Il digitale si sta riversando nel mondo fisico a un ritmo accelerato con risultati evidenti, e altri che probabilmente non possiamo neppure percepire consciamente».

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