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Come i film sugli squali sbagliano a rappresentare gli squali

19 Giugno 2017

In 47 metri, lungometraggio uscito da poco, Mandy Moore e Claire Holt sono due sorelle che, durante un viaggio in Messico, hanno l’incauta idea di immergersi in una vecchia gabbia arrugginita per osservare gli squali bianchi al largo della costa. Purtroppo – spoiler? – il cavo che tiene sospesa la struttura metallica si spezza, e le due precipitano sul fondo dell’oceano, a contatto con i più temibili predatori del mare. «Trovo che questo film sia ricco di tensione e perlopiù dalla parte giusta della natura», commenta Jezebel in un pezzo interessante che parla del genere “film di squali” da un’angolatura poco battuta, ovvero: quanto sono rispondenti alla realtà – o almeno alle nozioni scientifiche – gli squali immaginati dal cinema?

47 metri se non altro, dice Jezebel, «fornisce ragioni biologicamente consistenti» per spiegare l’apparente inclinazione degli squali per gli esseri umani, mentre altri film che l’hanno preceduto si sono limitati a dipingerli come macchine mangia-uomini: nel lungometraggio horror appena uscito, i predatori sono attirati dal sangue di Mandy e Claire, ad esempio. Ne Lo squalo (Jaws) di Steven Spielberg, invece, se non il capostipite certamente il più famoso shark movie di sempre, le cose erano molto diverse: lasciando da parte il fatto rilevante che l’entrata nell’immaginario comune di questo film ha attivamente condizionato le politiche nordamericane sulla caccia agli squali, come ha rilevato una ricerca del 2014, nessun animale presente in natura potrebbe fare ciò che segue.

In Lo squalo 3, la terza uscita della saga, c’è addirittura uno squalo che nuota all’indietro, nota Jezebel. In Blu profondo (Deep Blue Sea), film del 1999 diretto da Renny Harlin, un gruppo di squali mako geneticamente modificati fa praticamente ogni cosa, a partire dal nuotare in senso contrario. Ma forse il film più scientificamente inaccurato di tutti è Lo squalo 4 – La vendetta, titolo che contiene diversi errori di rappresentazione: innanzitutto, cos’è quella sorta di strano airbag che si muove nella bocca del pesce?

E, tra l’altro, lo squalo bianco protagonista si sposta dal Massachusetts alle Bahamas in tre giorni, cosa impossibile per qualunque esemplare della sua specie, e doppiamente impossibile, su un piano psicologico, perché il tour de force è motivato dal suo desiderio di vendetta nei confronti della famiglia Brody. Nella scena clou, peraltro, riesce a stare in piedi sulla sua pinna caudale, direttamente sulla superficie del mare.

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