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Le azioni di Domino’s Pizza rendono più ricchi di quelle di Google
Immagina di essere un investitore scaltro nel 2010, scrive Quartz, e – da navigato frequentatore di Wall Street – di vedervi offrire la possibilità di investire in uno degli stock azionari di due società: Google o Domino’s, la catena di pizza americana fondata negli anni Sessanta in Michigan. Chi dà per scontato che il ritorno economico maggiore, in questo lasso di tempo, sia venuto dalla California, sbaglia: la crescita del prezzo azionario delle azioni Domino’s ha polverizzato i risultati di tutti i grandi nomi del tech nei listini, da Facebook da Amazon, e da Apple allo stesso Google.
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Com’è stato possibile questo risultato sorprendente? Tutto passa da un cambiamento della lavorazione delle pizze della società: nel 2009 Domino’s, prendendo di petto la sua fama in patria di “pizza mediocre ma consegnata velocemente” (anche con spot televisivi ad hoc), è ripartita da zero, pensando una nuova ricetta e nuovi ingredienti, molto migliorati rispetto al cibo surgelato o in scatola che aveva utilizzato fino a quel momento. A sette anni di distanza, la capitalizzazione azionaria dell’azienda gira attorno ai nove miliardi di dollari. Guardando oltre il settore tech, e agli interi listini azionari, ci sono soltanto due aziende che hanno fatto meglio in borsa dal 2010, entrambe piuttosto sconosciute: Patrick Industries e ACADIA Pharmaceuticals. L’unico nome noto al grande pubblico che ha fatto (quasi) bene come Domino’s è quello che immaginereste: a cosa abbinare una pizza, se non a un bel film in streaming su Netflix?
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